Il 1 febbraio, perfettamente mimetizzato tra i negozi di Canal Street, nel distretto di Chinatown, New York City, Renzo Rosso, decide di fare un esperimento: Contraffare i suoi prodotti marca Diesel.
L’inventore del celebre marchio ha aperto un finto falso negozio che vende articoli prodotti dalla sua casa di moda con una scritta palesemente alterata DEISEL. Per non destare sospetti, l’allestimento del negozio si è presentato scarno, confuso, in linea con i negozi che caratterizzano una delle vie più famose di NYC, conosciuta dalla collettività come “la strada dei falsi”. Non è insolito trovare in questa via, tra i negozi, diversi brand che evocano marchi famosi a prezzi notevolmente più bassi. Uno dei mercati più colpiti è senza dubbio quello italiano.
Cosi nasce Deisel; prezzi competitivi, sicuramente più abbordabili rispetto a quelli esposti nei negozi Diesel. L’esperimento è clamorosamente riuscito. Accolto subito a ben volere dai passanti che, notando la similitudine con il brand italiano, hanno fiutato l’affare; acquistare un capo simile all’originale ma pagandolo di meno per via di una leggerissima differenza riguardo il nome del prodotto. Dopotutto chi mai se ne accorgerebbe? E’ pur sempre un bel capo, non firmato, ma ad un occhio poco attento risulterebbe senza ombra di dubbio originale.
La sorpresa arriva quando è lo stesso Renzo Rossi, CEO della storica casa di moda italiana Diesel, che annuncia l’esperimento, trasformando quei capi di moda falsi in vere e proprie limited edition.
Dai dati che emergono nel 2017, un prodotto fashion e luxury su dieci acquistato negli ultimi 12 mesi è contraffatto. Tre prodotti contraffatti su quattro sono stati comprati online da consumatori che, nelle intenzioni, volevano acquistare un prodotto autentico mentre un prodotto contraffatto su quattro è stato acquistato in un negozio fisico. I dati si riferiscono ai circa 300.000 prodotti autenticati a livello globale negli ultimi 12 mesi, dei quali circa 27.000 (9,7%) si sono rivelati falsi. Nello stesso periodo di tempo, i cinque Paesi con il più alto numero di autenticazioni sono stati Regno Unito (67.942 autenticazioni, il 12% dei quali risultati falsi), gli Stati Uniti (31.600; 5,5% falsi), Corea (26.011; 2,3% falsi), Italia (25.571; 11,6% falsi), e la Cina (22.662, con il 10,6% falsi).
Dott. Eugenio Selmi
Consulente legale per l’Osservatorio Italia in Testa